

Quanto sta accadendo nel vicino Veneto non può lasciarci indifferenti. Gli arresti di molti esponenti dell’indipendentismo Veneto segnano un solco profondo tra le istituzioni dello Stato italiano e la popolazione. Ovvero tra le due componenti fondamentali di uno Stato democratico.
La popolazione nomina le proprie istituzioni, eleggendone i rappresentanti. Le istituzioni garantiscono la buona amministrazione dello Stato nel rispetto dei diritti dei cittadini. Ma quando il patto viene violato, allora il sistema democratico cessa di esistere. E i cittadini cominciano a ribellarsi.
Accade così che nel Paese più corrotto della vacillante Unione Europea i cittadini ormai travolti da una crisi economica devastante, frutto dei malgoverni pluridecennali dell’impunita casta politica, si accorgano di non avere alcuna possibilità di cambiare questo marciume istituzionalizzato.
Ormai sono da tempo spogliati di ogni diritto di voto effettivo. In Italia le elezioni sono infatti solo una farsa per garantire allo stesso sistema di potere, inalterato da decenni, il saldo controllo dello Stato. Un sistema di potere fatto di caste dalle caratteristiche prettamente masso-mafiose che si rigenera continuamente con governi frutto di accordi trasversali tra i poteri deviati.
L’involuzione democratica dell’Italia è tanto più rapida quanto più drammaticamente si propaga il collasso socio economico. Gli ultimi tre governi nazionali non sono stati nemmeno votati dagli elettori ma nominati direttamente dai notabili di Stato.
L’Europa tollera, nella speranza di contenere i danni. Il crollo italiano determinerebbe infatti la fine di questa strana unione di popoli, forzata nel nome dell’economia. Troppo forzata. L’utopia della ricchezza per tutti alla fine ha prodotto solo la miseria per troppi. Destabilizzando Paesi troppo diversi per essere uniti tra di loro in mancanza di un reale ideale, che ovviamente non può essere solo materiale.
E così mentre la disattenta Europa dei banchieri chiede solo il rispetto dei conti (tradotto: riduzione del debito pubblico), la disperazione della gente senza futuro sale. E la miseria inarrestabile crea un nuovo esercito di rivoluzionari. Quello di coloro che ormai non hanno più nulla da perdere: o suicidarsi, o lottare fino in fondo. Nemico? Uno Stato ormai tiranno le cui istituzioni vengono viste ogni giorno di più come l’odiato occupatore delle proprie terre.
Questo, in territori con storia e identità nazionali plurisecolari di Stati indipendenti quali il Veneto, rappresenta un innesco potente per la reazione spontanea che stiamo vedendo. La voglia di staccarsi dallo Stato “canaglia” è sempre più forte e sentita ormai come unica salvezza da chi vede l’Italia come la portatrice di tutti i mali. Mentre le azioni repressive messe in atto dallo Stato italiano hanno l’effetto di rinsaldare le opposizioni e le diverse anime di quelli che a tutti gli effetti diventano “partigiani per la libertà”.
Tutti coloro che si battono per i propri ideali sono dei “terroristi”. Sta avvenendo anche a Trieste dove i cittadini che chiedono allo Stato italiano il rispetto dei loro diritti garantiti dal Trattato di pace del 1947 vengono denunciati come “eversori” e “attentatori” dell’unità dello Stato da parte dell’autorità giudiziaria.
Si, proprio a Trieste in quel Territorio Libero occupato dall’Italia in violazione pluridecennale della legalità internazionale. Il Governo italiano qui a Trieste è stato fin troppo chiaro: chiunque si appelli alla legalità verrà perseguitato senza tregua dalle autorità italiane.
La legge ovviamente non conta più nulla, diventando solo strumento di repressione nei confronti del popolo sottomesso.
Ecco perché comprendo perfettamente i fratelli veneti: anch’io oggi sono un cittadino veneto.
Dal blog “Ambiente e Legalità” di Roberto Giurastante
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Buona giornata a tutti, senza ombra di dubbio la magistratura Italiana nei confronti degli indipendentisti del Veneto ha palesemente agito con smisurata esagerazione, non oso pensare se una cosa simile fosse capitata da noi !! Ma questo agire non può che ritorcersi contro lo Stato che non ammette le proprie colpe e sempre più persone prendono coscienza di quello che è accaduto nel Territorio Libero di Trieste. Forza dunque Movimento, avanti così verso la libertà !!
[…] Italiano […]
Trieste è, per diversi motivi, la mia seconda città, amata quanto la prima.
Dunque, da Padova, un profondo grazie per la solidarietà.
Una stretta di mano.
Sono un militante (entusiasta) di Indipendenza Veneta, il movimento che
ha prodotto il p.d.l. 342 richiedente un referendum consultivo che
reciti:
“Vuoi che il Veneto diventi una repubblica, indipendente e sovrana? SI-NO”.
In
brevissimo tempo (meno di due anni dalla nascita del movimento e del
progetto) la legge referendaria dovrebbe andare presto al voto del
consiglio regionale, anche se ci stiamo scontrando con la peggiore
performance della politica veneta da che io ricordi, dato che proprio
ieri ci hanno comunicato un secondo slittamento della votazione a
giugno, quindi dopo le elezioni europee.
Questo articolo fotografa
esattamente il paradosso di avere dei rappresentanti politici che, una
volta eletti dal popolo, si schierano apertamente contro la volontà
popolare e difendono un governo avido e oppressore, che sta ultimando
l’opera distruttiva ai danni dell’economia e del tessuto sociale del
Veneto; confermando quel rapporto di sudditanza al quale siamo relegati
fin da quando siamo stati “annessi” truffaldinamente all’Italia.
Le
dosi equilibrate di bastone e carota si sono sbilanciate fino a spezzare
il la sopportazione dei veneti e le istituzioni hanno reagito nel
peggior modo, usando la legge contro il popolo, spogliandola del
diritto.
Se il fallimento economico dell’Italia era già evidente un paio di anni fa quello sociale si è concretizzato in questi giorni.
Già da un po’ siamo oggetto di attacchi di vario genere sulla stampa.
Siamo
comunque certi che il raggiungimento dell’indipendenza del Veneto
aprirà grandissime opportunità di rigenerazione e sviluppo a tutte le
regioni italiane che sapranno e vorranno approfittarne.
Naturalmente
è più che gradito e utile l’appoggio sia morale che eventualmente
concreto (sempre nei limiti della legalità) delle popolazioni a noi
vicine sia geograficamente che socio-culturalmente.
Per tanto
raccolgo la solitarietà espressa dal Signor Roberto, rigrazio e saluto
al grido che da decine di secoli sprona il popolo veneto: Viva San Marco
!!!
AndreA