Come base fondamentale dell’esistenza stessa del Porto Libero di Trieste, l’Allegato VIII (art. 1) prevede che il Porto sia mantenuto in “condizioni di parità con tutto il commercio internazionale [...] come è usuale negli altri porti liberi del mondo”.
Va ricordato che l’accordo GATT/WTO (Art. XXIV 3.2) vigente, ratificato (1994) anche dall’Italia, e rappresentativo del 97% del commercio mondiale, prevede che siano salvaguardati “I vantaggi accordati al commercio con il Territorio Libero di Trieste dai paesi contigui allo stesso Territorio”.
Inoltre, autorevoli enti ed istituzioni in materia fiscale (OECD, Tax Justice Network, US State Department, etc.) hanno individuato, recentemente, grazie allo stesso Allegato VIII, in Trieste una “free zone/zona offshore”. Incredibilmente, i (finora inconsapevoli) triestini sono stati messi in condizione di non usufruire di questo vantaggioso status giuridico-fiscale.
Il governo italiano dovrà quindi agevolare il processo di defiscalizzazione della Free Zone/Zona off-shore/Porto Libero di Trieste, tenendo conto di quale sia la situazione fiscale dei Porti Liberi, e in particolare di quelli situati sulle rotte che possono interessare il porto di Trieste (Oriente, India, Brasile, ecc.).
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Chi è d’accordo, può (e dovrebbe) partecipare alle prossime iniziative del Movimento Trieste Libera per la difesa ed il rilancio del nostro Porto.