

Quando si dice “siamo in ottime mani”: l’aeroporto di Ronchi appartiene, in maggioranza, a Trieste, capitale del Territorio Libero di Trieste.
Oggi, nonostante un certo interesse da parte di compagnie non-italiane a svilupparne le tratte — come potrebbe essere altrimenti, vista la posizione strategica? — sta venendo ceduto del tutto alla regione italiana Friuli Venezia Giulia.
Dev’essere chiaro a tutti che, a breve termine, quello scalo non sarà più l’aeroporto “exclave” del Territorio Libero, ma uno scalo italiano come tanti altri, gestito dalla stessa repubblica che sta affossando il Territorio da decenni.
Sarà quindi necessario pensare a delle alternative realizzabili e sostenibili, ovviamente nel medio-lungo termine.
Fonte: Comune di Trieste
Possiamo dunque fare delle riflessioni preliminari a riguardo.
1) in zona B è presente l’aeroporto di Portorose/Portorož [vedi immagine in diretta], semplice da allargare in modo da adattarlo per voli internazionali, già testati recentemente con velivoli medio-piccoli.
Al momento i collegamenti con la capitale sono però nulli, e vi sarebbe quindi la necessità di predisporne ad hoc, nel medio termine anche tramite rotaia.
2) dovendoci sforzare di pensare ad una soluzione nella zona A questa risulta possibile, ma sarà necessario tenere a mente alcuni fattori:
1 • Gli anglo-americani erano in procinto di iniziare la costruzione di un aeroporto internazionale, più grande dello scalo odierno di Ronchi, fra Borgo Grotta/Briščiki e Prosecco/Prosek. Inutile dire che quest’opzione, oggi, non risulta applicabile per motivi ambientali. Al massimo, sarebbe possibile costruirvi un piccolo scalo per finalità turistiche, e già oggi è presente un piccolo campo volo nell’area.
La pista presente oggi è infatti di 2623 piedi (800 m), utilizzata per gli ultraleggeri e già predisposta all’allungamento, mentre per far atterrare un velivolo di medie dimensioni (per es. un Boeing 737) ne sono necessari 5500 (1676 m). Un ampliamento che in una condizione d’emergenza potrebbe essere effettuato in poco tempo.
2 • È oggi possibile costruire un aeroporto su di un’isola articiale, come da prassi comune specialmente in Giappone. Cio’ presenta però dei costi iniziali elevatissimi, ed è realizzabile solamente al versante Nord del nostro Territorio, andando a modificare l’area costiera più attrattiva e intoccata della zona A.
3 • Con un’operazione meno costosa sarebbe possibile bonificare e poi prolungare il terrapieno di Barcola — già esteso per un kilometro — verso il mare.
4 • La piana delle Noghere risulta perfetta in tutto, in quanto a dimensioni, dislivello e relativa lontananza dai centri abitati, ed è stata usata come pista d’atterraggio proprio dalle forze americane.
D’altro canto, è piena di insediamenti industriali relativamente recenti che andrebbero, in parte, rivisti, oltre che pesantemente inquinata.
5 • L’area ex-aquila potrebbe, una volta bonificata, essere utilizzata a questo proposito, specialmente nel lato verso Rio Ospo, prospettando un piccolo prolungamento. Anche in questo caso, i costi di bonifica sono però decisamente onerosi.
(immagine tratta dal sito ufficiale dell’aeroporto di Portorose/Aerodrom Portorož)